Zanzara West Nile: sintomi, trasmissione e come proteggersi

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Negli ultimi anni, anche in Italia si è tornati a parlare con crescente preoccupazione della zanzara West Nile e del virus che trasporta, conosciuto anche come “febbre del Nilo occidentale“. Una minaccia silenziosa trasmessa da questi piccoli insetti, che ha già provocato numerosi contagi e alcuni decessi sul territorio nazionale.

Il virus è spesso asintomatico, ma può provocare sintomi gravi, tra cui meningite ed encefalite, in particolare nei soggetti più fragili.

Conoscere il virus West Nile è fondamentale per prevenire in modo consapevole. Piccoli accorgimenti, come l’utilizzo di repellenti o l’installazione di zanzariere, possono fare la differenza per proteggere sé stessi e la propria famiglia, soprattutto nei mesi estivi.

In questo articolo approfondiamo il fenomeno della zanzara West Nile per capire cos’è, come proteggersi e riconoscere i sintomi, sia lievi che gravi.

 

Perché si chiama “Virus West Nile”

Il virus West Nile (in inglese West Nile virusWNV) prende il nome dalla regione in cui è stato identificato per la prima volta: il distretto del West Nile in Uganda, nel 1937. Da lì, il virus ha lentamente cominciato a diffondersi in varie parti del mondo, fino ad arrivare negli Stati Uniti nel 1999, dove causò una vera e propria emergenza sanitaria nel quartiere di Queens a New York.

In Italia il virus è comparso per la prima volta nel 1998, con un focolaio che colpì alcuni cavalli in Toscana. Dopo dieci anni di apparente assenza, il virus è riemerso nel 2008, segnando l’inizio di una circolazione più ampia e costante. Nell’estate del 2025, la situazione è tornata a preoccupare con nuovi focolai e un numero crescente di casi anche in aree fino a oggi meno colpite, confermando la presenza endemica del virus sul territorio italiano.

 

Come si trasmette il virus West Nile?

La trasmissione del virus avviene quasi esclusivamente tramite la puntura di zanzare infette, in particolare della specie Culex pipiens, attiva al tramonto e di notte. In natura il virus si mantiene grazie a un ciclo primario che coinvolge zanzare e uccelli:

  1. la zanzara ornitofila (cioè attratta dagli uccelli) si infetta pungendo uccelli portatori del virus;
  2. all’interno della zanzara, il virus si moltiplica e raggiunge le ghiandole salivari;
  3. quando la zanzara infetta punge a sua volta un altro essere vivente, può trasmettere il virus ad altri uccelli e, in alcuni casi, anche a mammiferi, come l’uomo o il cavallo.

Questo meccanismo naturale si chiama ciclo endemico zanzara-uccello-zanzara. Gli uccelli migratori rappresentano il principale serbatoio naturale del virus.
L’essere umano, come anche il cavallo, è considerato un ospite accidentale, perché non può trasmettere il virus ad altri. Il contagio non avviene da persona a persona, né per contatto diretto. Solo in rarissimi casi il virus può essere trasmesso attraverso trasfusioni di sangue o trapianti di organi.

 

Come si riconosce la puntura della zanzara West Nile?

La puntura della zanzara infettata da West Nile non presenta segni distintivi rispetto a quella di una normale zanzara. Il ponfo appare arrossato, pruriginoso, gonfio e temporaneo, esattamente come qualsiasi altra puntura di zanzara.

Tuttavia, se nei giorni successivi compaiono sintomi come febbre alta, mal di testa persistente, nausea o disturbi neurologici (es. rigidità del collo, confusione), è importante contattare subito un medico, soprattutto per persone anziane o fragili.

 

Quali sono i sintomi del virus West Nile

Nella maggior parte dei casi, l’infezione da virus West Nile non dà sintomi: circa l’80% delle persone infette non si accorge di nulla. Quando la malattia si manifesta, può presentarsi in due forme:

  1.  Forma lieve (West Nile Fever – WNF): si verifica nel 20% dei casi e i sintomi compaiono dopo 2-14 giorni dalla puntura (fino a 21 giorni nelle persone immunodepresse). La febbre del Nilo dura da 3 a 6 giorni e può includere:
    • febbre leggera o moderata
    • mal di testa
    • nausea, vomito o diarrea
    • dolori muscolari e articolari
    • ingrossamento dei linfonodi
    • fiato corto
    • arrossamenti cutanei (non pruriginosi), presenti in meno di 1 caso su 3
    • dolore agli occhi (dietro il bulbo oculare)
  1. Forma grave (West Nile Neuroinvasive Disease – WNND): compare in meno dell’1% dei casi (circa 1 su 150) e può colpire il sistema nervoso. È più frequente negli anziani o nelle persone fragili. Nei casi gravi si possono sviluppare:
    • Encefalite: febbre alta, confusione, convulsioni, tremori, perdita di coordinazione, fino al coma.
    • Meningite: febbre, mal di testa intenso, rigidità del collo, difficoltà a muoversi, alterazione della coscienza.
    • Meningoencefalite: combinazione dei sintomi di encefalite e meningite.
    • Paralisi simile alla poliomielite: debolezza muscolare, perdita del movimento in uno o più arti, senza alterazioni della sensibilità.

 

Zanzara West Nile: come fare prevenzione e come proteggersi

Non esiste ancora un vaccino per l’essere umano contro il virus West Nile e non ci sono cure antivirali specifiche: la prevenzione è la miglior difesa. Ecco alcuni suggerimenti utili:

  • Usare repellenti cutanei e ambientali.
  • Indossare abiti lunghi e chiari, soprattutto nelle ore serali.
  • Evitare i ristagni d’acqua, come sottovasi o grondaie ostruite, che favoriscono la proliferazione delle zanzare.
  • Installare zanzariere alle finestre e alle porte, molto efficaci per proteggere la propria casa, soprattutto durante i mesi più a rischio.

 

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Come curarsi dalla febbre del Nilo?

Nel caso in cui si venga infettati dalla zanzara West Nile vanno curati e alleviati i sintomi, in modo tale da supportare l’organismo nella fase acuta della malattia. La cura* varia in base alla gravità del quadro clinico: nei casi lievi è sufficiente il trattamento a domicilio, mentre nei casi gravi, come nelle forme neuroinvasive, è necessario il ricovero ospedaliero con assistenza specialistica.
In ogni caso, alla comparsa di sintomi persistenti o preoccupanti, soprattutto febbre alta, confusione, mal di testa intenso o rigidità del collo, è fondamentale consultare subito un medico.
*Le informazioni sulle malattie presenti in questo sito hanno uno scopo puramente informativo e non sostituiscono il parere di un medico. In caso di sintomi occorre consultare sempre il proprio medico.

 

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